Un omicidio eccellente, quello di Lello Capriati. Il principale interrogativo al quale dovranno dare una risposta gli agenti della Squadra mobile è se la sua morte si inserisca nel solco della storica rivalità con il clan Strisciuglio oppure no. Lello, nipote del boss Tonino Capriati, a capo dell’omonimo gruppo egemone di Bari Vecchia, era tornato il libertà nell’agosto 2022, dopo aver scontato quasi 17 anni di carcere per l’omicidio del 16enne Michele Fazio, ucciso per errore fra i vicoli del borgo antico nel luglio 2001. Il ragazzino, garzone in un bar della zona, venne colpito per errore dopo che un commando, di cui faceva parte Lello, si armò per vendicare un altro omicidio. La scarcerazione del nipote di Tonino, come spesso accade, venne celebrata con fuochi d artificio e con un video su Tik Tok. Lello segue lo stesso destino del fratello Domenico, detto ‘Mimmo pomodoro’, ucciso anche lui il 21 novembre del 2018 – secondo la Procura – in seguito ad una faida interna. Il timore è che quest’ultimo fatto di sangue possa scatenare una nuova e cruenta guerra fra clan. Dalla lettura della sentenza relativa alle condanne dell’operazione Pandora, ultimo blitz in ordine di tempo sul clan Capriati condotto dai carabinieri del Ros, si dice che gli interessi del gruppo non sarebbero solo a Bari vecchia ma anche in alcune zone del nord Barese.
I nome di Lello Capriati era dunque legato indissolubilmente all’omicidio del 16enne Michele Fazio, ucciso in largo Amendoni la sera del 12 luglio 2001 da Leonardo Ungredda (assassinato in un agguato nel 2003), che sparò il colpo di pistola che ammazzò per errore il ragazzino. Con Ungredda c’era Raffaele Capriati. Lo scopo del commando era vendicare l’uccisione di Francesco Capriati, 24 anni, altro nipote del boss Antonio Capriati, ucciso due settimane prima, il 29 giugno, nell’ambito di una faida tra i clan rivali Capriati e Strisciuglio. La famiglia di Lello Capriati è già stata vittime di agguati e di regolamenti di conti negli ultimi anni. Il 21 novembre del 2018, nel rione Japigia di Bari, in un agguato compiuto davanti alla moglie e al figlio, fu ucciso Domenico Capriati, detto Mimmo, fratello maggiore di Lello. Secondo gli investigatori Lello negli ultimi tempi aveva preso il posto del fratello nella gestione degli affari di famiglia a Bari Vecchia.
Da ieri gli inquirenti sono alla ricerca di elementi utili alle indagini. Anche la verifica della presenza di eventuali telecamere di sorveglianza sul luogo del delitto e soprattutto di testimoni che avrebbero assistito all’omicidio. All’arrivo della Polizia la strada era quasi deserta. Qualcuno avrebbe visto anche una donna al fianco del pregiudicato, che sarebbe scappata subito dopo la sparatoria, ma su questo particolare ancora nessuna conferma ufficiale da parte degli investigatori. Le indagini si concentrano negli ambienti criminali. Avviate anche le perquisizioni per risalire ai killer di Raffaele Capriati, uno dei pochi della famiglia attualmente libero. Quasi tutti sono infatti in carcere.