Sono stati evidenziati “focolai di miocardite” nella relazione autoptica sul decesso del bambino di Canosa, morto il 5 luglio scorso all’età di sei anni durante un campo stivo sulla spiaggia di Margherita di Savoia. Le conclusioni del professor Luigi Cipolloni, direttore dell’Istituto di Medicina legale di Foggia, non lasciano spazio a dubbi. Non si trattò di annegamento, come ipotizzato in un primo momento, ma di una drammatica fatalità. Il piccolo stava giocando a pochi passi dalla riva quando improvvisamente si accasciò: nonostante l’intervento dei soccorritori per lui non ci fu nulla da fare.
L’elaborato, composto da ben 122 pagine, è stato depositato nei giorni scorsi. “L’evento letale occorso – si legge nelle conclusioni – è compatibile con una morte cardiaca, quale evenienza improvvisa, inattesa ed imprevista in assenza di segni rilevabili con le indagini disposte di interventi di terzi nel determinismo del decesso del soggetto”. Ad escludere definitivamente l’ipotesi dell’annegamento anche l’assenza di acqua nello stomaco. Il consulente scrive anche che in caso di morti pediatriche improvvise, “la presenza della miocardite linfocitaria acuta è stimata fra il 7,5 ed il 25 per cento a seconda delle casistiche prese in considerazione”. Il pubblico ministero Dominga Lucia Petrilli aveva aperto un fascicolo con l’accusa di omicidio colposo nei confronti di sette indagati, iscritti come atto dovuto: i titolari del campo estivo, alcune mamme e il bagnino di uno stabilimento.
In base alle conclusioni del medico legale, è plausibile ritenere che nei loro confronti verrà avanzata richiesta di archiviazione. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Roberto De Rossi, Giuseppe Dello Russo e Vincenza Maria Ferrau. I genitori del bambino, invece, sono assistiti dall’avvocato Luigi Leo.