Le impalcature all’interno della Cattedrale non sono passate inosservate agli occhi più curiosi. Da qualche giorno il via vai di tecnici racconta che sono partite le indagini per valutare la vulnerabilità sismica del campanile di San Sabino, ricostruito nel 1950 al posto del precedente (distrutto durante la Seconda guerra mondiale), e nel tempo mai stato sottoposto a lavori di manutenzione. Un’azione straordinaria di restauro è ora stata disposta ed è seguita dal Segretariato regionale del Mic per la Puglia, con un investimento di oltre un milione di euro.
A raccontare i dettagli del cantiere è l’architetto Maria Piccarreta, Segretario regionale del Mic per la Puglia. “Abbiamo avviato una valutazione della vulnerabilità sismica del campanile della Cattedrale di San Sabino, per decidere quali saranno gli interventi conseguenti – spiega – Per tutte le operazioni abbiamo ricevuto un finanziamento di 250mila euro, e sono in arrivo altri 900mila euro. Si tratta di fondi dedicati, inseriti in un’ampia campagna che coinvolge moltissimi siti su tutta la Puglia”. Dopo la fase di osservazione e studio, si capirà come intervenire sul campanile, con un restauro importante a partire dalla scala.
La Cattedrale di Bari aveva originariamente due campanili, costruiti dall’arcivescovo Rainaldo: per la loro realizzazione furono acquistate e demolite alcune abitazioni private, che si trovavano a ridosso del transetto della chiesa. Uno dei due crollò nella seconda metà del XIII secolo a causa di un terremoto, e fu poi ricostruito nel 1315. L’altro, invece, crollò nel 1613 per via delle condizioni fatiscenti in cui versava e non è stato più riedificato. Il campanile attualmente esistente, dopo essere stato oggetto di interventi di restauro nel XVIII e nel XIX secolo, è stato smantellato nel 1948 e ricostruito nel giro di due anni seguendo lo schema d’impianto medievale e utilizzando gli elementi lapidei originari, come ricorda il sito Cartapulia, la ‘carta dei beni culturali pugliesi’.
Il campanile è caratterizzato da una pianta quadrata, è alto quasi 69 metri e si articola su sei livelli, oltre al pian terreno decorato con archi ciechi. “Intervenire per la messa in sicurezza e la manutenzione del campanile non è solo un atto dovuto, indica che c’è cultura del bene comune e della prevenzione – commenta don Franco Lanzolla, parroco della Cattedrale – Sono passati settant’anni dalla ricostruzione del campanile, dopo che il bombardamento del porto di Bari durante la Seconda guerra mondiale lo aveva spezzato in due. Da allora non è mai più stato toccato, quindi l’intervento è necessario”.