Come si determina il prezzo dell’energia e perché – a differenza di quello che si potrebbe pensare comunemente – conviene evitare prezzi ‘fissi’ a vantaggio dei ‘variabili’? A spiegarcelo è Maurizio Vernice, responsabile dell’Area commerciale e marketing dell’Amgas.
Quello dell’energia elettrica è ormai un mercato totalmente liberalizzato. Molte società applicano un prezzo ‘variabile’, con una parte determinata dal Pun (Prezzo unico nazionale), cui viene aggiunto uno spread sulla molecola, che varia da società a società di vendita. Altre invece (non moltissime) preferiscono un prezzo ‘fisso’.
Il Pun, acronimo di Prezzo Unico Nazionale, è infatti uno dei componenti del costo dell’energia elettrica. Il suo valore è rilevante per le tariffe della luce e corrisponde al prezzo dell’energia stabilito dal mercato elettrico, sulla base della domanda e della richiesta di elettricità periodicamente aggiornata.
“Sono sempre meno le società che preferiscono applicare un prezzo fisso, solitamente più alto – spiega Vernice – e che rimane tale per 24 mesi”. In questo momento storico molto particolare per le difficoltà internazionali che stanno determinando incertezze sulle spese per le bollette, mantenere invece un “prezzo calmierato”sulle cifre fissate dal Governo e con meno rischi può essere la migliore soluzione, è il ragionamento di Vernice.
La scelta del prezzo ‘variabile’ è quella su cui si orienta Amgas. “Abbiamo uno spread che definiremmo quasi ridicolo – assicura Vernice – che ci consente di tenere molto basso il prezzo Kilowattora per l’utenza”.
E per il gas, invece, come funziona? Lo raccontiamo a questo link.