Anche per l’elezione nel 2020 di Anita Maurodinoia (Pd) nel Consiglio regionale della Puglia, suo marito Sandro Cataldo, referente del movimento Sud al Centro, avrebbe acquistato voti per 50 euro. E’ quanto emerge dall’indagine della procura di Bari sui voti acquistati per le amministrative del 20 e 21 settembre 2020 per le elezioni a Grumo Appula e per le regionali che si svolgevano contemporaneamente. Cataldo è finito ai domiciliari mentre sua moglie Mauroinoia, indagata, si è dimessa dall’incarico di assessora e dal Pd. Nell’inchiesta rientra anche una presunta compravendita di voti per le elezioni amministrative dell’ottobre 2021 a Triggiano per la quale il sindaco, Antonio Donatelli è stato messo ai domiciliari. Secondo quanto si legge nell’ordinanza, “negli accertamenti condotti dai carabinieri emergeva che la promessa e la consegna della somma di euro 50 erano finalizzate ad indicare quale preferenza sulle schede elettorali anche Anita Maurodinoia alle elezioni regionali che si svolgevano contemporaneamente alla comunali”. Dell’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale avrebbe fatto parte anche il candidato consigliere comunale a Grumo, Nicola Lella, poi diventato assessore alla Sicurezza e alla Polizia municipale e oggi arrestato e portato in carcere. Tra le promesse in cambio del voto c’era anche quella di ottenere un posto di lavoro. Il meccanismo prevedeva l’acquisizione dei dati personali di numerosissimi elettori (nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico e sezione elettorale), con vera e propria ‘schedatura’ in elenchi in ordine alfabetico e mediante la raccolta e la catalogazione di copia dei documenti d’identità e delle tessere elettorali, per costituire un database informatico-anagrafico. Cataldo è ritenuto “capo e promotore dell’associazione, ideatore del programma criminoso” per la cui esecuzione si sarebbe “accordato con Lella”.
Anita Maurodinoia si era così “guadagnata il titolo di miss preferenze”, come sottolinea il gip Paola Angela De Santis nell’ordinanza. Gli investigatori ricordano che l’indagato Armando De Francesco già nel 2014 “è risultato eletto consigliere circoscrizionale presso il 1 Municipio del Comune di Bari, competizione cui aveva partecipato quale candidato nella lista elettorale del ‘Movimento politico Schittulli’, nell’ambito del quale, al tempo, gravitava Anita Maurodinoia (sino ad allora aveva presieduto l’assemblea consiliare della ex Provincia di Bari), anche quest’ultima in quella competizione eletta al Consiglio comunale di Bari con clamore mediatico per via del risultato legato al numero di preferenze a lei attribuite (la più suffragata con oltre 3000), guadagnandosi il titolo di miss preferenze”. Il successo elettorale di Maurodinoia è andato crescendo e nel 2019 ha raccolto 6.234 voti alle comunali di Bari e circa 19.700 voti alle Regionali del 2020.
INDAGATO: “MI STO PREPARANDO A COMUNALI BARI”
Alcuni degli indagati si stavano anche preparando per le elezioni comunali di Bari del giugno prossimo. Il gip riporta un messaggio audio inviato ad una donna, non indagata, da Armando De Francesco. Il messaggio audio recuperato dagli inquirenti risale al 28 maggio del 2021 e, secondo il gip, mostra i piani di De Francesco per le comunali baresi del 2024: “Mo’ però mi sto preparando, ecco perché sto facendo questo fatto dell’ente di formazione, dei docenti, dei tutor perché questa gente mi dovrà tutta rispondere con dei voti… Mancano tre anni ma io sto già in campagna elettorale”.
ENTI DI FORMAZIONE USATI PER PROCACCIARE VOTI
Enti di formazione e università telematiche, dunque, usati per raccogliere voti alle competizioni elettorali a Bari. “L’attività svolta con gli enti di formazione – si legge nelle carte – oltre a dare la possibilità di interagire a stretto contatto con gli Uffici della pubblica amministrazione, creando così una sorta di legame professionale tra i vari soggetti che vi operano”, è “redditizia per le ampie ragioni di squisito tornaconto personale”. “Esempio eclatante”, scrive il gip, una intercettazione dell’indagato Armando De Francesco che “svela e ammette che l’impegno profuso nel campo in trattazione, quindi la disponibilità a offrire posti di lavoro in qualità di tutor e docenti, lo sforzo nel procacciare studenti, è finalizzato principalmente alla creazione di quel bacino ‘di elettori’ quel vero e proprio elenco di potenziali elettori da cui attingere voti”.
LA “PENETRANTE INFLUENZA” DEL MARITO DELLA MAURODINOIA
Secondo gli inquirenti a Sandro Cataldo, marito della Maurodinoia, “viene da più parti riconosciuto un non indifferente peso decisionale, una penetrante influenza su tutto e tutti, elettori compresi, adulati, indotti e convinti a votare il candidato da egli di volta in volta sostenuto anche attraverso condotte corrutive”. Per ogni voto, secondo gli inquirenti, venivano pagati 50 euro. Nell’ordinanza si legge che l’influenza di Cataldo derivava anche dai risultati ottenuti con il suo movimento Sud al Centro e “dall’incredibile e crescente successo elettorale tributato a sua moglie”. Cataldo, inoltre, ha “dimostrato di tenere oltremodo alla ricerca ed all’intrattenimento di contatti, soprattutto con soggetti che ricoprono rilevanti cariche nell’ambito delle amministrazioni comunali, perlopiù facenti capo alla città metropolitana di Bari, della ex Provincia e della Regione Puglia, nonché presso altre amministrazioni pubbliche, anche ambito sanitario, ovvero enti ed Agenzie regionali”. In una circostanza sarebbe riuscito anche a ottenere un certificato medico falso per quello che è ritenuto il suo “braccio destro”, Armando Defrancesco, promettendo al medico del presidio territoriale di Triggiano il “proprio interessamento presso la direzione sanitaria dell’Asl Bari, quale fondatore ed esponente di spicco del movimento politico Sud al centro nonché marito dell’assessore regionale Anita Maurodinoia, e quindi in virtù della propria capacità di influenza”.
IL COMMENTO DI ANTONIO DECARO: “NON MI SORPRENDE”
“Rispetto al voto di scambio, è una questione che non mi sorprende. Per primo, durante le ultime elezioni, ho fatto delle denunce circostanziate, ne ho fatte tre. Due di quelle erano per persone che votavano per me, per liste legate al mio nome”. Lo ha detto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, a margine del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. “L’inquinamento del voto – ha aggiunto Decaro – la corruzione, la compravendita del voto ci sono e sono cose che dobbiamo attenzionare tutti”. “Come ho detto più volte – ha detto – va alzato il livello di guardia, vanno aumentati gli anticorpi, lo devono fare tutte le forze politiche a cominciare da chi amministra. Su questa nuova inchiesta, aspetto di capire l’evoluzione delle indagini e degli arresti di stamattina”.
IL GIP: “ESISTENZA SISTEMA POLITICO CLIENTELARE”
“Le dinamiche inerenti gli illeciti elettorali” a Bari trovano “riscontro effettivamente nelle indagini di altri procedimenti penali inerenti diverse tornate elettorali e in diversi territori (Bari, Ceglie del Campo, Grumo Appula) a conferma dell’esistenza di un sistema politico clientelare e di una macchina organizzativa che si attiva con modalità illecite in ogni competizione elettorale”. E’ un passaggio dell’ordinanza firmata dal gip Paola Angela De Santis. Nell’ordinanza vengono riportati stralci delle accuse della Procura di Bari, secondo i pm esiste “un sistema escogitato da Sandro Cataldo per controllare l’effettivo esercizio del voto in favore del suo partito politico Sud al Centro e della moglie Anita Maurodinoia, in particolare mediante formule di voto da imporre agli elettori”.
“RISCHIO REITERAZIONE PER VOTO DI SCAMBIO”
C’è un “rischio di reiterazione del reato” di compravendita di voti alle competizioni elettorali “chiaramente desumibile dalla “professionalità dell’agire e della protervia a commettere una serie indefinita di comportamenti tutti riconducibili all’ottenimento del risultato elettorale programmato”. E’ un passaggio dell’ordinanza. Nel motivare le esigenze cautelari, il gip riporta un passaggio delle richieste fatte dai pm secondo i quali esiste “un sistema rodato, ampiamente consolidato volto a orientare un numero elevato di voti in favore di candidati sostenuti dal sodalizio”. A capo di questo sodalizio, secondo gli inquirenti, ci sarebbe Sandro Cataldo.