L’avviso è stato affisso questa mattina, lunedì 3 giugno, sulle porte delle classi dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali. Tre giorni di assemblee consecutivi, da martedì a giovedì, per “permettere a tutti i lavoratori e le lavoratrici di partecipare ai confronti convocati dai sindacati”. Servizio sospeso, dunque, nelle ore centrali della mattina a partire da domani e fino a giovedì 6 giugno in tutti i servizi educativi del Comune di Bari. “Con un disagio incredibile per l’organizzazione familiare”, tuonano i genitori, avvisati solo con l’inizio della settimana. “Ma era indispensabile lanciare un segnale forte – spiega a Telebari la segretaria della Fp Cgil di Bari, Ileana Remini – visto che troppi problemi cronici si trascinavano da più di un anno, senza soluzione”.
Si apre dunque una settimana di fuoco per le famiglie baresi, con la chiusura anticipata delle scuole statali (in cui devono insediarsi i seggi per le elezioni amministrative ed europee) e ora anche con l’annuncio di tre giorni di assemblee sindacali negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia comunali. La coincidenza temporale, però, non deve creare equivoci, ci tengono a sottolineare dalla Cgil, che insieme alle altre sigle ha proclamato la mobilitazione. “La protesta riguarda questioni amministrative, non politiche, perché il Comune di Bari è virtuoso in tema di asili nido e offre un servizio di qualità – ci tiene a sottolineare la segretaria Remini – ma non vogliamo lasciare spazio a speculazioni. Semplicemente le assemblee sono state rinviate per molto tempo e non potevamo aspettare oltre, anche in vista della programmazione del prossimo anno scolastico”.
Le motivazioni che portano alla proclamazione delle assemblee si possono possono riassumere nei seguenti punti, spiegano i sindacati. “L’utilizzo improprio dei mezzi personali per lo spostamento temporaneo per coprire le assenze giornaliere in strutture diverse da quelle assegnate, dei cuochi, educatori ed insegnanti – denuncia la Fp Cgil Bari – e la continua carenza di personale delle diverse figure e profili all’interno dei servizi educativo scolastici, con carichi di lavoro insostenibili, che stride peraltro con il progetto di ampliamento e di potenziamento delle strutture e dei servizi”. E ancora, “il mancato riconoscimento dei tempi di vestizione e della cancellazione delle eccedenze (inferiori a 10 minuti), legate alla particolarità del servizio – spiega ancora il documento con le rivendicazioni – e la non corrispondenza del Documento di valutazione del rischio per il profilo di Educatore rispetto alla valutazione come rischio basso per la movimentazione dei carichi”. Nell’elenco delle richieste, è inserito “un regolamento sanitario ormai tanto datato e poco attinente con l’organizzazione attuale”, l’assenza del pediatra per il servizio dei nidi, le modalità sulle assegnazioni di sostegno per le scuole dell’infanzia, “una struttura organizzativa inadeguata e poco coerente rispetto alla complessità e ampiezza dell’intero servizio Educativo Scolastico”, “la necessità di formalizzare gli incarichi ai funzionari per legittimare le disposizioni di spostamento eccezionale del personale a copertura delle esigenze di presenza”, la riscrittura di un nuovo regolamento di funzionamento dei nidi, “ormai obsoleto e poco aderente anche nel rispetto del nuovo CCNL”, ” mancato riconoscimento di eccedenza oraria in caso di formazione su base volontaria, pur se approvata dalla ripartizione del PEG”.
“Si tratta di una protesta che va avanti da molto tempo, relativa al mero funzionamento dei servizi, in un’ottica di miglioramento della qualità degli stessi – sottolinea ancora la segreteria Remini – ad oggi le interlocuzioni avute con la dirigente del servizio non hanno infatti portato alcun avanzamento. Abbiamo bisogno, infatti, di una effettiva programmazione prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. Consapevoli che i tagli del Governo Meloni e le politiche restrittive in tema di assunzioni rendono il percorso in salita, è indubbio che l’impronta di questa amministrazione comunale e dell’assessorato in particolare sia sempre stata volta al potenziamento del servizio pubblico, anche in aperta controtendenza con larga parte del Paese. Per questo ci teniamo a sgombrare il campo da ogni possibile strumentalizzazione elettorale; si tratta di una mera coincidenza e di normale esercizio di un diritto democratico delle lavoratrici e dei lavoratori”.