Bambini e adolescenti per troppo tempo al pc, tv, tablet e smartphone. Un problema che si verifica tutto l’anno, ma che d’estate raggiunge un’intensità davvero preoccupante. A lanciare l’allarme sono i pediatri di tutto il mondo, che stanno portando avanti studi e ricerche per capire come le nuove abitudini digitali impattino sul neurosviluppo dei ragazzi. “E’ in corso uno studio molto interessante in America, che dimostra come si stia modificando la struttura cerebrale dei ragazzi, con un maggiore sviluppo della parte visiva rispetto alla parte deputata al discernimento dei sentimenti, che sta subendo un depotenziamento”, spiega a Telebari Lucia Peccarisi, vicesegretaria Fimp Bari.
L’allarme è rilanciato anche da Telefono Azzurro. In bilico tra il mondo reale – dove incontrano sempre meno certezze e faticano a stabilire equilibrate relazioni sociali – e i tanti mondi del digitale che sono pieni di attrattive e di opportunità, ma anche densi di pericoli che giovani e giovanissimi non hanno ancora gli strumenti per affrontare. È quanto emerge dal Bilancio Sociale della Fondazione Sos Il Telefono Azzurro Ets, presentato a Roma. I due anni di pandemia e i lunghi periodi di lockdown, poi la paura per le guerre in corso, le crisi ambientali ed economica stanno amplificando tra i minori un disagio che era già presente, spiegano da Telefono Azzurro, la progressiva riduzione della socializzazione, la diminuzione delle relazioni affettive e di esperienze tipiche del percorso di crescita sono tutti fenomeni in continua crescita negli ultimi anni, così come la crescente pressione per la performance. A questo si aggiunge l’utilizzo sempre più pervasivo delle tecnologie digitali, che non comporta solo una trasformazione nel modo di comunicare, ma ha anche un importante impatto sulla salute mentale di tutti, compresi i giovanissimi. “Abbiamo bisogno che di diritti di bambini e adolescenti si parli in maniera corretta, informata, scientifica – spiega Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro – La velocità trasformativa del digitale modifica lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei ragazzi che si trovano a gestire, spesso da soli, forme di difficoltà e disagio, oltre a essere esposti a molti rischi. Il senso di angoscia dei più giovani influisce sulle loro aspettative future e non possiamo lasciarli soli consentendo che i mondi digitali e i social network colmino le lacune delle reti familiari e le difficoltà delle scuole nello svolgere, con le famiglie, un ruolo educativo. Per questo come Telefono Azzurro ci impegniamo a implementare quella che è una vera e propria piattaforma per il rispetto dei diritti di bambini e adolescenti con strumenti, innovazione, studio, partecipazione e confronto multistakeholder per promuovere tutela e benessere psicofisico dei minori, per dare risposte certe a un futuro oggi troppo incerto”.
Le voci e i dati che quotidianamente Telefono Azzurro accoglie dimostrano come le situazioni di disagio che l’infanzia vive hanno ormai superato il livello di guardia: crescono esponenzialmente gli istinti suicidi, gli atti di autolesionismo anche gravi, i casi di depressione, le fughe da casa. Nel 2023 sono stati 2.188 i casi gestiti da Telefono Azzurro attraverso la linea gratuita per bambini e adolescenti 19696, una media di 182 casi gestiti ogni mese, circa 6 al giorno; 2.609 invece i casi gestiti dalla linea 114 Emergenza Infanzia, una media di 217 casi gestiti al mese, oltre 7 al giorno e 94 i casi di bambini scomparsi gestiti dalla linea 116000.”Quella che stiamo affrontando è una sfida molto grande, perché rispetto alla velocità con cui l’innovazione continua la sua avanzata, il mondo adulto sta vivendo una fase di arretramento – spiega Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro – Da un lato infatti crescono le competenze e la confidenza con il mondo digitale, ma dall’altro lato si continua ad affrontare il digitale con poca capacità di visione e di previsione. L’obiettivo è di continuare ad attivare forme di collaborazione e progetti comuni e trasversali capaci di tutelare e mettere al primo posto il benessere mentale di bambini e adolescenti e per farlo serve un patto di corresponsabilità tra istituzioni, professionisti, aziende tecnologiche, mondo accademico, società civile e le aziende leader del mercato. Un patto che coinvolga e accolga anche i ragazzi come protagonisti attivi, ed è quello su cui Telefono Azzurro sta lavorando”.