Altri tre anni di detenzione per il boss di Japigia Savinuccio Parisi. È quanto disposto dalla Corte di Cassazione, dopo aver rigettato il ricorso presentato dagli avvocati del capoclan contro l’ordinanza del Tribunale di sorveglianza di Perugia che aveva revocato la liberazione anticipata, sottolineando che Parisi avrebbe “mantenuto inalterata la posizione di vertice all’interno del gruppo criminale di appartenenza” e le condanne emesse nei suoi confronti “risultano, quindi, incompatibili con il mantenimento del beneficio”. In sostanza, secondo la Cassazione il boss di Japigia, detenuto a Terni, avrebbe continuato a commettere reati anche dall’interno della casa circondariale.
I motivi alla base della decisione di revocare la libertà anticipata, riportati su alcuni quotidiani locali, provengono da sentenze di condanna nei confronti di Savinuccio che fanno riferimento agli anni 2018 e 2019. Alcune delle quali, emesse dalla Corte d’Appello di Bari, “riguardanti gravi fatti di criminalità organizzata, per i quali era stata riconosciuta la continuazione, indice della inalterata posizione di vertice assunta da Parisi”, pur dall’interno del carcere di Terni. La revoca disposta dalla Cassazione allungherà la detenzione di Savinuccio Parisi fino a maggio 2026.