Condanne definitive, per un totale di oltre 60 anni di reclusione, sono state inflitte a 10 affiliati al clan di Cosola di Bari. La Corte Suprema di Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso presentato dagli imputati, ed è diventata così definitiva la sentenza della Corte d’Appello di Bari del 23 settembre 2019, che aveva riconosciuto i 10 uomini colpevoli, a vario titolo, dei delitti di “associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, coercizione elettorale in concorso”.
Di questi, quattro imputati a piede libero sono stati arrestati dai Carabinieri nei comuni di Bari, Noicattaro e Giovinazzo, mentre per gli altri sei, i provvedimenti restrittivi sono stati notificati presso le carceri nelle quali erano già detenuti.
L’inchiesta è partita nel 2015 e ha messo in luce come il clan Di Cosola avesse condizionato le elezioni regionali del maggio 2015, mediante una sorta di accordo che prevedeva la corresponsione di 50 euro per ogni preferenza procurata in favore del candidato. Il tutto, ricorrendo alla forza di intimidazione nei confronti degli elettori, i quali venivano minacciati, a fronte della promessa di 20 euro per ogni voto accordato al politico, di ritorsione in caso di non adempienza.
L’attività di indagine ha così permesso di emettere le ordinanze cautelari in carcere, il 13 dicembre 2016, nei confronti di 25 persone accusate di associazione mafiosa aggravata dalla costante disponibilità di armi e voto di scambio politico-mafioso.
Gli arrestati
Pasquale Maisto, condannato a 4 anni e 5 mesi
Pasquale Colasuonno, anni 6 e mesi 8 di reclusione
Francesco De Caro, anni 6 e mesi 8 di reclusione
Leonardo Mercoledisanto, anni 7 di reclusione
Piero Mesecorto, anni 7 di reclusione
Raffaele Anemolo, condannato a 6 anni e 8 mesi
Michele Angelini, condannato a 7 anni e 4 mesi
Armando Battaglia, condannato a 6 anni e 8 mesi
Michele Di Cosola, condannato a 2 anni e 4 mesi
Damiano Partipilo, condannato a 6 anni e 8 mesi