Il progetto della ‘nuova statale 16’, meglio conosciuta come la variante della tangenziale di Bari nel tratto compreso tra Mungivacca e Mola, fa discutere. L’opera è considerata ‘strategica’ da amministratori locali e Governo, che con i fondi Cipe ha già deciso di finanziare i lavori per 250 milioni di euro, ma a molti cittadini dei territori coinvolti l’idea della bretella extralarge non piace affatto e in pentola bolle un forte malumore che ormai il coperchio non riesce più a tenere in silenzio.
Si parla di una strada a sei corsie lunga quasi 20 chilometri che partirà dalla tangenziale di Bari e passerà da Triggiano, Noicattaro e Mola per fornire un’alternativa a un tratto attualmente del tutto insufficiente – sostengono i promotori del progetto – a garantire collegamenti rapidi e sicuri tra il nord e il sud della Puglia. Il dibattito pubblico che un’opera così imponente prevede è aperto da tempo. Il 2 dicembre, però, a Noicattaro si è costituito un vero e proprio ‘Comitato nojano in difesa del territorio’.
“Il comitato nasce per dire no alla variante della Statale 16 e per trovare una soluzione meno devastante per il nostro territorio – spiega il coordinatore Michele Dipinto -. Il motivo è presto detto: si tratta di un’opera completamente inutile. Si vogliono investire milioni di euro per una strada che, di fatto, sposterebbe solo il problema ‘code e ingorghi’ dalla zona di Torre a Mare a quella di Mola. Noi vogliamo impedire questo spreco di soldi e difendere la nostra terra”.
In cima alla lista delle motivazioni che spingono il comitato ad opporsi alla variante c’è la questione lame. “Sono tre e verrebbero distrutte dalle nuove costruzioni – sostiene Dipinto -, in particolar modo la Lama Giotta: un gioiello di pochi chilometri che, scendendo di sei o sette metri rispetto al livello stradale, propone un microclima identico a quello tropicale. Ci sono alberi e liane, una piccola giunga di una bellezza incantevole e rara”.
Poi il secondo punto. “Con la variante si andrebbero a distruggere anche 120 ettari di vigneti di uva pregiata, nella migliore zona di Noicattaro – continua il coordinatore del comitato -. Abbiamo sentito i proprietari di questi terreni e non hanno alcuna intenzione di cederli. C’è gente che lì ha investito danaro con la convinzione di ottenere poi una rendita almeno ventennale: l’esproprio, seppure ben pagato, non andrebbe mai a compensare questo aspetto”.
Il terzo tema è quello ambientale. “Per Triggiano e Mola il tracciato segue la costa, mentre il centro abitato di Noicattaro, con la terza variante, avrebbe una statale a sei corsie a meno di un chilometro e mezzo di distanza – dice Dipinto -. Con maestrale e levante, tutti gli scarichi delle auto verranno soffiati nelle nostre case: un errore gravissimo di valutazione, da parte del sindaco attuale, che questa terza variante l’ha proposta e sostenuta”. Il riferimento è al compromesso trovato dall’amministrazione comunale dopo una prima e più decisa opposizione al progetto.
Il comitato, in questo contesto, non si limita a dire no. Al contrario, propone anche un’ipotesi alternativa. “La soluzione corretta è quella di allargare la sede stradale attuale, già predisposta per questa evenienza. I soldi destinati a quest’opera inutile potrebbero invece essere spesi per l’autostrada Bari-Lecce o per il raddoppio della ferrovia, ma investirli per spostare l’ingorgo delle auto da Torre a Mare a Mola – ribadisce Dipinto – è davvero inconcepibile”.
Il comitato di Noicattaro nei prossimi giorni contatterà i proprietari dei terreni che saranno oggetto di esproprio, “persone che hanno saputo di dover lasciare le proprietà leggendo il loro nome in una lista, nessuno li ha avvisati – sottolinea Dipinto -. Dopodiché cercheremo di coordinarci con i comitati di Mola e Triggiano che come noi combattono la variante per avviare, con il nuovo anno, una raccolta firme a livello intercomunale. Sono convinto che le adesioni saranno migliaia e allora non potranno non ascoltarci”.
Una spalla sicura, nel contrastare il progetto della nuova variante della Statale 16, sarà senza dubbio quella dell’associazione triggianese L’Upupa in Lama San Giorgio. Un gruppo, molto attivo anche sui social, che ha come scopo quello di “perseguire la salvaguardia e la rigenerazione ambientale nel bacino idrografico della lama”.
Ieri, infatti, sulla pagina Facebook dell’associazione hanno pubblicato un video realizzato dalla guida ambientale escursionistica AIGAE Gaetano Pascolla. “Un documento di rara bellezza – è scritto nel post – che rappresenta il percorso dell’acqua lungo l’alveo della lama nell’ultimo tratto, dall’oasi Mirko Variato sino al mare a cala San Giorgio. Quando verranno realizzati i due mostri, la Ferrovia e la variante della Statale 16 – concludono dall’associazione – alcuni dei luoghi che si vedono in questo video non ci saranno più”.