Nell’ospedale del quartiere San Paolo in tutto il mese di dicembre sono stati 28 i bambini piccoli ricoverati. Nei primi 12 giorni di gennaio 2023, invece, siamo già arrivati a quota 19, di cui 8 lattanti con bronchiolite (5 in ossigenoterapia). A fornire i numeri è Mariano Manzionna, direttore della Pediatria e della Neonatologia del San Paolo.
“C’è stato un effetto Natale e festività – spiega – che ha fatto aumentare i contagi dopo le riunioni familiari”. I casi sono dunque raddoppiati. “Il 90 per cento dei ricoverati sono secondi figli, il cui fratellino più grande ha 3 o 4 anni e frequenta la scuola materna – Manzionna elenca i sintomi che devono mettere in allarme i genitori – Tutto comincia con un raffreddore e il naso che cola, ma nel giro di 24/48 ore la tosse diventa sempre più insistente, il bimbo inizia a non mangiare più, aumenta la frequenza respiratoria e ci sono strani rientramenti della pancia e del torace che il pediatra sa riconoscere”.
Lo scorso anno l’epidemia di bronchioliti arrivò in anticipo, con picco raggiunto già tra ottobre e novembre. Quest’anno invece l’andamento epidemiologico ha ripreso il suo ‘corso’ tradizionale, col boom di casi tra gennaio e febbraio. “Bari sta messa meglio rispetto ad altre città italiane”, garantisce Desiree Caselli, direttrice del reparto di Malattie infettive dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII. Al pediatrico su 20 bimbi ricoverati, 9 sono stati colpiti da bronchiolite. “Per fortuna stanno tutti abbastanza bene, con quantità di ossigeno modesta e nessuno trasferito in rianimazione – rassicura – Dovremmo essere già nel pieno del picco, quindi confidiamo arrivi presto la fase calante”.