Una folla di genitori assiepata all’ingresso della Presidenza, un papà che porta il suo piccolo in carrozzino. Il pasticcio delle graduatorie dei nidi privati rischia di mandare nel caos molti genitori e così questa mattina famiglie e personale delle strutture private si sono riuniti per chiedere una soluzione all’assessore alla Formazione Sebastiano Leo, poco prima di un incontro tenutosi nella mattinata.
Facciamo un passo indietro però: la Regione elargisce dei buoni servizio per quei genitori che non riescono a iscrivere i propri figli ai nidi pubblici. Di solito i bandi per chiedere il contributo vengono pubblicati per luglio, consentendo dunque alle famiglie di programmare adeguatamente la propria organizzazione. Per una serie di ragioni quest’anno, però, i genitori non hanno ricevuto certezze ancora oggi in merito alle iscrizioni dei propri bambini, con l’inizio dell’anno previsto per oggi, lunedì 4 settembre.
Al fianco dei genitori c’erano anche gli educatori e i responsabili delle strutture, che pagano anche loro il disagio organizzativo di questo ritardo.
Nel corso della mattinata c’è stato un incontro con la Regione Puglia. L’assessore Sebastiano Leo, “pur ribadendo la massima disponibilità a individuare soluzioni condivise, ha ricordato come i bambini e le bambine, che già frequentavano negli scorsi anni i medesimi servizi educativi, possono cominciare l’anno educativo, come molti hanno già fatto, senza alcun timore in quanto le eventuali criticità generate dall’avviso riguardano solo i nuovi iscritti. I numeri, quindi, circolati in questi giorni non corrispondono al vero, le criticità riguardano solo una piccolissima percentuale di bambini rispetto ai 10.000 posti a catalogo”, ha dichiarato in una nota.
“Così come sono da smentire anche le notizie sull’insufficienza delle risorse finanziare a copertura dell’avviso – si legge nella nota della Regione Puglia – La prima questione affrontata è stata quella legata alle tempistiche nella pubblicazione del bando; l’assessore Leo ha spiegato che l’avvio dell’avviso è stato ritardato anche per andare incontro alle istanze delle strutture che non si erano iscritte nel catalogo nei tempi previsti. Gli uffici regionali hanno predisposto l’apertura di una nuova finestra per l’accreditamento, chiusasi l’11 agosto. Questo ha generato un ritardo, creando un disagio per le famiglie e per le Udo. Poi si è discusso il tema delle eventuali iscrizioni in sovrannumero presso alcune strutture; attualmente, infatti, risultano presentate in totale circa 6.500 domande, ma in alcune unità di offerta si registra un numero di istanze superiore rispetto ai posti dichiarati disponibili a Catalogo”.
Dopo un confronto con gli uffici regionali competenti, si è raggiunto “un punto di convergenza interpretativa su alcuni aspetti dell’avviso. E’ stata condivisa, infatti, l’interpretazione secondo la quale il criterio di priorità per accedere in una struttura, si applica anche nel caso di frequenza da parte di fratelli o sorelle nella medesima nei precedenti anni educativi – dice la Regione – Un ulteriore aspetto chiarito è la possibilità di considerare criterio di priorità nell’abbinamento anche la presenza di minori con fratelli o sorelle che hanno frequentato o frequentano la medesima unità di offerta zero sei, ovvero strutture che ospitano sia servizi educativi per minori da 0 a 3 anni che scuole dell’infanzia”.
Per i casi di sovrannumero più consistenti gli uffici regionali stanno valutando sia la possibilità di aprire una nuova finestra per consentire alle strutture di mettere a catalogo posti eventualmente ancora disponibili, sia l’avvio a stretto giro di un ciclo di incontri con i Comuni e con il sistema educativo 0-3 per trovare soluzioni possibili. “L’incremento del numero di domande per l’accesso a buoni educativi è motivo di grande soddisfazione per l’assessore Leo, in quanto sintomo di una rivoluzione culturale in atto in cui l’accesso al progetto educativo è un diritto di tutti i minori – spiega la Regione – Per la prima volta, inoltre, l’Avviso in corso apre la partecipazione anche a nuclei familiari con reddito ISEE superiore a 40.000 euro e fino a 75.000 euro. Sulla questione degli abbinamenti telematici, la Regione Puglia ha voluto specificare che le ragioni di tale scelta sono connesse, oltre che ai vincoli previsti dall’unione europea per l’utilizzo dei fondi comunitari al fine di non incorrere in ipotesi di Aiuti di Stato, all’opportunità di velocizzare i tempi dell’istruttoria delle domande e garantire pagamenti in tempi rapidi in favore delle unità di offerta, a fronte della definizione del costo standard”.