Nuovo appuntamento con la rubrica di Telebari ‘Se Milano avesse il mare‘, per raccontarvi il legame tra le due città e tante storie di ‘emigrati’ baresi nel mondo. Se avete segnalazioni, potete scrivere all’indirizzo mail redazione@telebari.it , specificando nell’oggetto il nome della rubrica ‘Se Milano avesse il mare‘, o contattarci tramite Messenger.
Lo confesso: anche se mi sento barese, in realtà ho origini “miste”, essendo figlio di papà barese e mamma leccese (e pensate a tutto ciò che questo ha comportato per via delle note rivalità calcistiche – e non solo – tra Bari e Lecce). Ve lo svelo perché al centro della rubrica odierna c’è un dolce che, tipo le madeleine proustiane, mi risveglia tanti ricordi legati alla mia metà leccese: il pasticciotto. Ricordo ad esempio che, di passaggio a Galatina, sono stato in quello che molti – ma ci sono teorie contrastanti – considerano il luogo di nascita di questo dolce con pasta frolla e crema pasticcera: la pasticceria Ascalone. Su Instagram si definisce “la più antica d’Italia”; in effetti è nata nel 1740 e, all’interno, mantiene quell’aspetto old-fashioned che attira soprattutto i turisti: mobili in legno scuro con vetrine, sedie in paglia, un antico registratore di cassa, una bilancia retrò. Alcune leggende vogliono che i titolari, quando qualcuno chiedeva un vassoio di pasticciotti da portar via, interrogassero sempre i clienti sulla destinazione finale. Se la risposta era Milano, non c’era verso di uscire con i pasticciotti: “Si rovinerebbero e non potrebbero essere gustati come dovrebbero”, la ferma risposta a ogni insistenza.
Non so dirvi se è vero (ma ci sono tante voci in tal senso); io non ho mai provato a portarmi i pasticciotti a Milano. In compenso, sono stati i pasticciotti a venire da me. Non è una scoperta recente: in giro per il capoluogo lombardo, sull’onda del generale apprezzamento della cucina pugliese, si trovano da anni locali che propongono i dolci tipici salentini. Un posto insospettabile, lontano dalle mode del centro, è ad esempio il bar dei fratelli Guido in via Gallarate: se ci passate, provatelo e poi mi direte. È stato pochi mesi fa, però, che ho capito che il pasticciotto era davvero pronto a colonizzare Milano. L’occasione è stata l’apertura del Merlata Bloom, uno dei più grandi centri commerciali d’Italia (ma lo dicono un po’ tutti) con i suoi 210 negozi e oltre 40 tra ristoranti, bar e altri locali gastronomici. Tra i tanti c’è anche Martinucci, un brand nato nel 1950 e molto famoso in Puglia: sono decine i punti vendita in Salento, ma ce ne sono anche a Bari (due), Monopoli, Alberobello e anche alla stazione Termini di Roma.
Sono sicuro che tra i baresi che leggono questa rubrica sono pochi a non conoscere Martinucci. Ebbene, anche qui a Milano le persone iniziano ad apprezzarlo. Non solo per i pasticciotti – che sono buoni come quelli di giù, ma costano di più: 2,5 euro contro l’euro e 80 di Bari… -, ma anche per le altre prelibatezze tipiche salentine: i calzoni – vabbè, li chiamano così e purtroppo noi panzerottari ce ne dobbiamo fare una ragione -, i rustici leccesi con besciamella e pomodoro, le pizzette con l’immancabile oliva al centro, il caffè con latte di mandorla e molto altro. Il brand salentino sta andando così bene che, come hanno riferito già diverse testate giornalistiche, è pronto a raddoppiare la sua presenza a Milano: a settembre, secondo quanto mi hanno spiegato al punto vendita del Merlata Bloom, dovrebbe aprire un nuovo punto vendita nei pressi del Duomo. Il pasticciotto alla conquista della Madonnina, è il caso di dire.
In attesa di settembre, il 5 giugno il dolce tipico salentino sarà festeggiato nella quinta edizione del Pasticciotto Day: le pasticcerie aderenti – ce ne sono soprattutto nel Salento, ma anche a Parigi, Barcellona, Budapest e perfino una in Brasile, qui l’elenco aggiornato – offriranno fino alle 18 il pasticciotto al prezzo di 90 centesimi. Purtroppo Martinucci non figura tra coloro che hanno aderito: per gustarmi il pasticciotto a prezzo calmierato dovrò andare a Monza (da “I Contadini cucina agricola”), oppure dovrò aspettare le vacanze, quando tornerò in Salento e potrò saziarmi di queste delizie alla crema senza alleggerire troppo il portafogli. E chissà: magari passerò anche da Ascalone a Galatina per capire se la leggenda sull’asporto vietato a Milano è vera oppure no. In attesa di scoprirlo, ho però una curiosità che giro a tutti i lettori di Telebari: nella vostra città si vendono pasticciotti? E quanto costano? Scrivetelo nei commenti, potrebbero essere info utili per tutti i golosi come me.