Nuovo appuntamento con la rubrica di Telebari ‘Se Milano avesse il mare’, per raccontarvi il legame tra le due città e tante storie di ‘emigrati’ baresi nel mondo. Se avete segnalazioni, potete scrivere all’indirizzo mail redazione@telebari.it , specificando nell’oggetto il nome della rubrica ‘Se Milano avesse il mare’, o contattarci tramite Messenger.
Breri: quando i panzerottini bloccarono una via del centro di Milano.
Premessa: ho scritto questo articolo mentre il Bari lottava per rimanere in serie B, nello spareggio playout contro la Ternana. Lo sottolineo perché, pensando a ciò che vi racconterò, mi è venuto in mente il titolo di un film-documentario di qualche anno fa: “Una meravigliosa stagione fallimentare”. In effetti la storia di “Breri – Puglia Bistrot”, locale che per un paio di anni ha portato nel cuore di Milano il cibo barese più buono e autentico, può ricordare molto quella del Bari che, nonostante il fallimento, sfiorò la serie A. Era l’epoca di Gianluca Paparesta, che – ennesimo punto di contatto tra quel Bari e Breri – è uno dei tanti vip e meno vip, baresi e meno baresi, che frequentarono il Puglia Bistrot durante la sua breve, ma sfolgorante esistenza. Non so quanto duri una stagione per un locale. Fatto sta che, per tutti i baresi residenti a Milano, Breri divenne un punto di riferimento, nonché di incontro. Una sorta di oasi pugliese a Brera, il quartiere degli artisti nel centro di Milano.
Per farci raccontare alcuni aneddoti legati a questo piccolo locale – due vetrine, un bancone a vista, alcuni tavolini – che avevo già citato in una precedente puntata della rubrica, abbiamo raggiunto telefonicamente Leonardo Bux, titolare della storica pasticceria Mercantile di Bari. Il maestro pasticcere e gastronomo aiutò i due fondatori di Breri – i giovani imprenditori baresi Andrea Di Paola e Lorenzo Loseto – ad avviare l’attività. “La decisione di intraprendere questa attività nacque perché Andrea e Lorenzo furono travolti dalla passione vedendo fare i panzerotti – racconta Leonardo Bux a Telebari -. Io feci fare loro dei corsi nella mia pasticceria, e poi stetti un mese circa a Milano per fare delle preparazioni e aiutarli ad avviare l’attività”. Sulla scelta del nome, una crasi tra Brera e Bari, con qualche rimando anche alla pronuncia di Lino Banfi che – volenti o nolenti – accompagna noi baresi in Italia, Bux spiega: “Hanno studiato tutto loro (Andrea e Lorenzo, ndr). Puntavano sulla qualità del panzerotto, della focaccia, ma a pranzo andava alla grande anche la patata riso e cozze. All’inizio andò tutto bene. Breri era un punto di ritrovo non solo per i pugliesi, ma anche dei giovani della Milano bene”. Tra le frequentazioni “vip”, oltre al già citato Paparesta, anche “molta gente della moda e molte persone importanti di Milano, anche se i nomi non me li ricordo”. Di certo, tra coloro che hanno frequentato il locale, resta traccia del finalista della 3° edizione di MasterChef Italia, Almo Bibolotti, che a Breri tenne anche uno Show cooking. Uno dei tanti eventi che venivano organizzati nel bistrot.
“Breri funzionava perché il panzerotto fatto ‘alla barese’ allora non era così diffuso a Milano – aggiunge Bux -. C’era solo Luini, che però è un’altra cosa”. L’inizio fu col botto: all’inaugurazione, nel marzo del 2014, accorse così tanta gente che la polizia locale dovette chiudere per un paio d’ore via Pontaccio, una delle vie principali di Brera. È uno dei ricordi più belli di Bux: “La gente aveva sentito che il panzerotto era buonissimo, e quindi si avvicinavano tutti. Il caos era tale che un signore, probabilmente un residente, venne da me e mi disse di non fare più i panzerotti perché stava succedendo un macello”. Ma i ricordi del pasticcere legati a quel primo mese di attività sono tutti belli: “La gente entrava col sorriso e usciva col sorriso. Venivano con la voglia di mangiare il panzerotto, sul momento o portandoselo a casa. Sono stato contento e orgoglioso di aver portato il gusto della Puglia a Milano: la focaccia barese, quella bella croccante che facciamo a Bari, i panzerotti e i panzerottini”.
Già: quelli famosi “alla kitemmurt”, pressoché introvabili a Milano, divennero il marchio di fabbrica del primo periodo di attività di Breri, offerti anche durante l’aperitivo: “Ricordo una sera che, da solo, ne feci 1500”, racconta Bux. Poi, però, col passare dei mesi, il panzerottino scomparve dal menù di Breri: “Chi arrivò dopo non li voleva più fare”. L’offerta cambiò, milanesizzandosi anche nei prezzi, e improvvisamente, così com’era nato, il locale chiuse. Una “diversità di vedute” tra i soci, racconta Bux, che ha un rimpianto: “Quello di non essere diventato a mia volta socio. Se lo fossi stato, anche di minoranza, non avrei mai chiuso quel locale”. Ma chissà che il futuro non riservi una nuova avventura milanese per il titolare della pasticceria Mercantile: “Se qualcuno dovesse farsi avanti come socio, tornerei a Milano anche subito”.
Epilogo: una volta terminato l’articolo, ho scoperto con gioia che il Bari aveva battuto la Ternana, conquistandosi la permanenza in serie B. Evidentemente ricordare la “meravigliosa stagione fallimentare” di Breri mentre i biancorossi giocavano i playoff ha portato bene.