“Sono in corso le indagini da parte della magistratura. Chiediamo loro risposte in tempi brevi e, perché no, la divulgazione di quella parte delle immagini di videosorveglianza che scagiona senza ombra di dubbio un possibile coinvolgimento da parte di un qualsiasi mezzo, soprattutto militare, così come ribadito dagli investigatori”. Lo chiede il segretario regionale Puglia del nuovo sindacato carabinieri, Nicola Magno, riferendosi all’inchiesta della Procura sulla dinamica dell’incidente stradale avvenuto nella notte tra il 21 e il 22 giugno a Bari, in cui è morto il motociclista 27enne Christian Di Gioia.
Il clima in città è particolarmente pesante. Dopo l’incidente sui social sono state pubblicate minacce di morte ai carabinieri da parte di chi ritiene ci siano responsabilità dei militari nella caduta del 27enne. Ipotesi, questa, esclusa dalla Polizia Locale. L’auto con il feretro del motociclista, inoltre, è stata fatta passare contromano davanti al carcere di Bari, scortata da numerosi scooter. E due persone nelle scorse ore sono state arrestate per aver minacciato in strada dei carabinieri e per aver danneggiato la loro auto.
Episodi che secondo Magno “riconfermano che vi è una conclamata e paradossale criticità di sicurezza nelle strade di Bari, laddove, la parte marcia, si prende gioco dei servitori dello Stato, come se fossero al di sopra della legge, intoccabili. Inutile negare che siamo spesso strumentalizzati e fatti passare come l’anello debole della catena – conclude Magno – c’è chi vorrebbe l’Esercito per le strade, in supporto alle forze dell’ordine, ovviando così al problema della reale necessità di rafforzare gli organici”.
E sempre in merito al corteo di moto che ha scortato il carro che trasportava il feretro di Di Gioia, il Senatore di Fratelli d’Italia Filippo Melchiorre ha portato la questione in Commissione Antimafia, dinanzi al Procuratore Antimafia Melillo, che ha commentato l’episodio parlando di “iconografia mafiosa, indice di pericolosità dell’abbassamento dello sguardo delle istituzioni”.